Perché autostima professionale e personale non vanno di pari passo

autostima

Oggi voglio parlarti di autostima, ma per fornirti una definizione adeguata mi affido a Wikipedia. Cosa è l’autostima per la più grande enciclopedia del web?

L’autostima è il processo soggettivo e duraturo che porta il soggetto a valutare e apprezzare se stesso tramite l’autoapprovazione del proprio valore personale fondato su autopercezioni. La parola autostima deriva appunto dal termine “stima”, ossia la valutazione e l’apprezzamento di sé stessi e degli altri.

Come puoi leggere da questa definizione, alla base dell’autostima non c’è la condizione (cosa siamo) ma la percezione (come ci vediamo), due aspetti che ahimè non sempre combaciano. L’autostima è qualcosa che si percepisce e come tale può cambiare in base a come affrontiamo ogni situazione. Per esempio, possiamo essere dei professionisti infallibili e inarrestabili, ma allo stesso tempo possiamo essere completamente fallimentare nelle relazioni con la nostra famiglia. E se nel primo caso abbiamo delle continue conferme della nostra bravura in fatto di negoziazione o public speaking, nel secondo possiamo trovare dei muri o dei blocchi difficili da superare con successo. Ma la vera domanda è: sono così slegate tra loro o possiamo sfruttare una per rinforzare l’altra? La mia esperienza di imprenditrice, donna, mamma mi permette di rispondere a questa domanda che può interessare anche imprenditori come te.

Continua a leggere.

A cosa serve l’autostima?

Per spiegarti cosa intendo per autostima, voglio farti un esempio. Pensa alla ricetta della pasta alla carbonara. C’è chi aggiunge la cipolla, chi la panna liquida, chi ancora non mette la pancetta ma preferisce il prosciutto crudo e così via. Ma c’è un ingrediente, oltre la pasta, che la contraddistingue: parlo dell’uovo. Senza uovo non esiste pasta alla carbonara. Allo stesso modo, senza autostima non è possibile completare nessuna azione umana. L’autostima ci serve per prendere l’iniziativa e risolvere problemi, è necessaria per affrontare e superare un fallimento, per coltivare ambizioni, per evitare persone tossiche, per avere il coraggio di affrontare un cambiamento.

A mio avviso, ogni imprenditore e professionista dovrebbe lavorare molto su questo senza dividere troppo i propri sistemi: l’autostima personale e professionale sono due facce della stessa medaglia. Per aiutarti a lavorarci desidero parlarti di un libro intitolato “I 6 Pilastri dell’Autostima” di Nathalien Branden, considerato tra gli autori e formatori più importanti sull’argomento. Nella sua visione, l’autostima non è il frutto di un dono disinteressato, ma è una consapevolezza a cui arrivare gradualmente. E come puoi arrivarci? Vediamo subito quali sono i punti teorizzati da Branden.

I 6 Pilastri dell’Autostima: no, la tua vita non è fatta di compartimenti stagni

Preso atto che tu, come essere umano, affronti e vivi ogni giorno in contesti e sistemi differenti che dialogano tra loro, desidero aiutarti a intraprendere un viaggio, quello che porterà alla costruzione di una consapevolezza di te, dei tuoi punti di forza e anche quelli di debolezza, di ciò che ti contraddistingue e che puoi sfruttare per raggiungere i tuoi successi. In poche parole desidero aiutarti a costruire la tua autostima. E per farlo, mi faccio aiutare da un vero esperto: Nathalien Branden. Continua a leggere e pensa su quale pilastro devi lavorare maggiormente.

  1. Vivere consapevolmente. Iniziamo con un tema a me carissimo, quello della consapevolezza. Conoscere se stessi è il primo passo per capire quali sono i punti di forza, i valori, ma anche gli elementi da migliorare e quindi gli obiettivi da raggiungere.
  2. Accettarsi. Il secondo punto è quasi magico: consiste nell’amarsi con i propri pregi e difetti. L’autostima si alimenta lavorando soprattutto su questo punto, sul rispettarsi e sull’amare anche le debolezze. Non occorre essere perfetti per essere performanti.
  3. Prendersi le proprie responsabilità. Chi ha una forte autostima si prende l’onere di badare a se stesso, impegnarsi per realizzare la propria idea di felicità. Tu sei responsabile di come occupi il tuo tempo, di ciò che fai per raggiungere i tuoi obiettivi, delle relazioni che instauri con gli altri, sia in ambito lavorativo che privato. Insomma, capirai di avere una forte autostima quando non darai più la colpa agli altri per i tuoi fallimenti ma li sfrutterai per imparare e crescere.
  4. Dare voce alle proprie convinzioni. Quante volte hai taciuto o hai evitato di esprimere un tuo sentimento o un’opinione per paura che fosse sbagliata o fuori luogo? Magari un secondo dopo stavi già rimuginando su quella risposta non data o su quell’azione non compiuta. Impara a esporti senza paura: qualche volta riceverai applausi, altre volte brutte delusioni, ma questo ti aiuterà a credere in te stesso e nelle tue capacità.
  5. Porsi un obiettivo. Nella vita privata e nel lavoro occorre darsi uno scopo. Avere in testa un traguardo, ti permette di metterti in movimento: fai un primo passo, e poi un altro. L’avvicinamento alla meta sarà direttamente proporzionale all’aumento della tua autostima. Più stai fermo, più l’autostima si blocca; più ti muovi, più lei aumenta. Ehi, lo dice la fisica, mica io 🙂
  6. Essere autentici. Accettarsi per ciò che si è significa agire onestamente, mantenere fede ai propri valori e principi, mantenere promesse e rispettare le aspettative.

Questi erano i sei famosi pilastri per costruire la tua autostima. Tu a che punto sei? Devi lavorare su un aspetto in particolare? Pensi ancora che l’autostima privata e professionale non coincidano? Scrivimelo nei commenti, sarò felice di darti la mia visione e conoscerti meglio.

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Viviana Rilla

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